.
La soluzione che preferisco è comunque quella di caricare Google Fonts in modo asincrono utilizzando il Web Font Loader. Basta inserire il codice riportato di seguito nel tuo piè di pagina.
Ho notato anche che alcuni plugin di WordPress (nello specifico Download Manager) includono la chiamata esterna a Google Fonts nel loro foglio di stile, per cui la chiamata può essere eliminata solo eliminando la relativa riga nel file CSS.
Nel mio caso, dopo aver tolto questa riga dal plugin, il punteggio PageSpeed è passato da 84 ad 87.
Vi consiglio quindi di fare un test di velocità del vostro sito ogni volta che attivate un nuovo plugin, per capire se c’è qualcosa da migliorare.
Ultimate le ottimizzazioni della vostra piattaforma web dovete dedicarvi al miglioramento della struttura dell’intero sito.
Fortunatamente è Google stesso a fornirci le linee guide da usare per consentire al suo crawler di seguire correttamente i nostri contenuti. Inoltre, una struttura ben progettata permette di ridistribuire il juice in maniera ottimale tra le pagine.
Il primo passo è definire quali siano gli argomenti principali del nostro sito: questi temi saranno le voci del nostro menu di navigazione principale.
Difatti Google ci dice che “la navigazione può aiutare i motori di ricerca a comprendere quale contenuto è ritenuto importante dal webmaster”. È evidente, pertanto, che mostrare da subito i temi rilevanti e a cascata quelli relativamente secondari è il miglior modo di procedere.
Ne consegue che la struttura del nostro sito dovrebbe essere simile ad una struttura ad albero, come ci rappresenta Google:
Un ragionamento a parte va fatto per temi non importanti ai fini del contenuto ma necessari per il rispetto delle norme o per la gestione del sito.
Ad esempio, è buona prassi, inserire un collegamento in tutte le nostre pagine verso la cookie policy, la privacy, il login (per siti multiutente), ecc. Se proprio volete risparmiare trust inserite il rel="nofollow" nei link, ma non credo ne valga la pena.
Inoltre è bene correlare tra loro contenuti che approfondiscono tematiche comuni. Questo approccio, oltre a migliorare l’esperienza utente, consente ai motori di ricerca di capire meglio come relazionare tra loro le pagine. Ugualmente le correlazioni contribuiscono al miglioramento del trust dell’argomento.
La correlazione può avvenire anche tra articoli raccolti in categorie diverse tra loro. Ad esempio, nel caso del mio blog, potrei avere lo strumento per calcolare il numero di Graham (all’interno della categoria “Tool”) e correlarlo con la biografia di Benjamin Graham (presente nella categoria “guru della finanza”).
Infine teniamo presente di mostrare i breadcrumb links (o “briciole di pane”): consentono all’utente di capire dove si trova, di avere la possibilità di fare un salto indietro di categoria per visualizzare altri argomenti correlati e ugualmente contribuiscono a riassegnare trust all’intero argomento.
WordPress gestisce di default e in maniera ottimale la riscrittura degli URL. In generale è da tener presente l’importanza di inserire parole chiave negli URL di ogni pagina.
Pertanto abolite i numeri che sono fuorvianti e di difficile lettura e memorizzazione da parte degli utenti e seguite il consiglio di Google: “se il tuo URL contiene parole rilevanti, fornisce agli utenti e ai motori di ricerca più informazioni sulla pagina di quanto non faccia un ID o un parametro incomprensibile.”
Un link del tipo:
www.misito.it/categoria1/1231243987635.html
dovrebbe essere trasformato in:
www.miosito.it/articoli/investimento-azionario.html
Ugualmente usate anchor text appropriati.
Infine, dedicate attenzione nello scegliere titoli e descrizioni corretti, di impatto e della giusta lunghezza. Non si può sperare di posizionare il proprio sito per una data keyword che non abbiamo inserito nei nostri contenuti (a meno che non si faccia bombing ma questa è un’altra storia). Comunque in questo caso ci torna d’aiuto il plugin Yoast.
Il blog parla di Value Investing e cioè l’abilità di acquistare azioni che il mercato offre ad uno sconto significativo rispetto al loro valore intrinseco. Il tema, sebbene sia molto di nicchia, è trattato da diversi competitor e blogger che tuttavia offrono all’incirca sempre gli stessi contenuti.
Per cui, sebbene sia importante scrivere dell’argomento principale, di analisi fondamentale, di Warren Buffett, Benjamin Graham e di altri contributi sull’investimento azionario per contestualizzare il blog e far capire a google il tema che tratto, non posso sperare che questa sia la soluzione vincente per battere la concorrenza.
Pertanto la strategia che ho impostato per fidelizzare gli utenti è di differenziarmi offrendo strumenti sviluppati da me che gli altri siti non possono avere.
Ho creato un’area in cui metto a disposizione dei visitatori dei tool per calcolare online ad esempio il Discounted Cash Flow oppure il costo di un prestito e piano piano ne pubblicherò sempre di nuovi.
Inoltre in futuro prevedo di pubblicare per ogni titolo azionario una pagina in cui saranno mostrati i risultati delle analisi fondamentali. Quindi l’utente potrà vedere immediatamente il fair value di un’azienda senza doverlo calcolare lui stesso.
E se gli utenti apprezzeranno gli strumenti offerti ipotizzo anche di mettere a loro disposizione il tool per tenere sotto controllo l’andamento del proprio portfolio azionario, delle transazioni e degli incassi dei dividendi che attualmente uso io.
Con questa piccola guida ho voluto trattare i problemi iniziali che ogni webmaster dovrebbe tenere in considerazione prima della pubblicazione di un sito (WordPress e non). Bellezza, efficienza e ottimizzazione devono sposarsi con la normativa italiana sui cookie e non è cosa banale.
Seguendola punto per punto sarà possibile ottenere dei buoni risultati iniziali, il che è già una gran cosa.
Autore: Fabio Polisini di Finanza.guru, per il TagliaBlog.