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Con il termine anchor text (in italiano “testo di ancoraggio“) si intende la porzione di testo di una pagina linkata verso un’altra risorsa (interna o esterna al sito). Per farla semplice, sono le parole contenute nei famosi link sottolineati di colore blu, da sempre presenti in tutte le pagine web.
I SEO hanno capito molto in fretta che l’utilizzo di una certa tipologia di anchor text portava a risultati molto interessanti dal punto di vista del posizionamento sui motori, ed hanno iniziato ad abusarne al punto tale che Google ha introdotto vari algoritmi – Penguin è il più noto – atti a penalizzare l’uso di un eccesso di testi di ancoraggio che contengono la stessa identica “chiave secca”.
Se prendiamo la Guida introduttiva di Google all’ottimizzazione per motori di ricerca, a pagina 16 il motore di ricerca offre 4 consigli su come migliorare gli anchor text:
Nella guida si dice chiaramente che “un buon anchor text aiuterà Google a comprendere di cosa tratta la pagina che stai linkando”: è quindi opportuno usare testi di ancoraggio “parlanti”, ma – lo ribadisco – è anche importante non eccedere nell’utilizzo della stessa identica parole chiave su una percentuale troppo elevata di link.
Una strategia “a prova di penalizzazione” è quella di usare, più o meno con le stesse percentuali, queste 6 tipologie di anchor text:
Ti ricordo infine che l’anchor text è un parente molto stretto dei link, e Google vuole che i tuoi link siano naturali, e NON artificiali.
Pertanto Google valuterà come artificiale un eccesso di testi di ancoraggio che presentano all’interno la stessa identica keyword, soprattutto se tale parola chiave è poco naturale e utilizzata in una misura eccessiva rispetto agli altri link che ricevi.
Se fai link building/link earning accetta quindi di buon grado i link con parole chiave non proprio “precisine”, e non ostinarti a volere sempre e solo link con dentro keyword che puzzano di SEO a chilometri di distanza.